Le liste bloccate non sono più accettate dagli italiani servono le preferenze. Sanità, chi vuole tagli indiscriminati sbaglia perchè si compromette un servizio davvero essenziale

Il Messaggero – Carlo Fusi

ROMA – Ma se l’asse politico adesso ruota attorno al patto Renzi-Berlusconi, per il Nuovo centrodestra di Alfano suona il De Profundis? Interpretazione piuttosto irriverente che Beatrice Lorenzin, ministro della Salute, rigetta: «Il punto non è capire se quell’accordo schiaccia noi, piuttosto domandarsi se schiaccia l’Italia nel conservatorismo degli ultimi venti anni, blindandosi invece di cambiare davvero verso un nuovo sistema Paese. Noi siamo alternativi in modo netto al Pd e alternativi anche a FI. Siamo portatori di un progetto politico e culturale che vuole aggregare i moderati guardando e rappresentando il futuro del centrodestra.

Giornalista: Scusi, alle prossime elezioni vi alleerete o no con Berlusconi?
Beatrice Lorenzin: «Dipende, nulla è scontato. La nostra è una proposta politica completamente diversa dal Pd di Renzi che sta nel Pse e da Forza Italia che non riesce a liberarsi dagli estremisti e rinnovare il partito. Guardi com’è nato Toti, senza ruolo e con già contro Verdini e Fitto in piena guerra di potere. Noi vogliamo rappresentare quella parte moderata del centrodestra che guarda al Ppe italiano. I 5 Stelle sono risucchiati in una deriva antidemocratica e nichilista e quel che è avvenuto alla Camera è di una gravità inaccettabile. Bisogna costruire un Ppe italiano e il Ncd si candida ad essere coagulo dei filoni moderati, liberali, costituzionali che non si riconoscono più solo nel berlusconismo ma vogliono guardare al futuro e in qualcosa di molto più grande».

Giornalista: E la differenza con FI come si esprime? Casini dice che occorre rifare un centro destra che superi la questione Berlusconi. E voi?
Beatrice Lorenzin: «Condivido l’apertura di Casini: vuol dire che ha abbandonato la suggestione centrista. L’alterità a FI? Sta nelle nostre idee e nei nostri comportamenti. Abbiano fatto la scelta di sostenere il governo per responsabilità verso gli italiani ed evitare di mandarli ancora al voto senza riforme. FI è preda di una crisi identitaria e oscilla tra oltranzismo e spiaggiamento sulle posizioni renziane per mera convenienza. Noi non abbiamo questi tipi di subalternità. Noi vogliamo costruire una forza politica che punta sui giovani. Servono idee nuove e la possibilità per militanti e colleghi meno noti di esprimersi ed avere una opportunità. Il modello del leader che comanda da solo mentre tutti gli altri ubbidiscono non ci appartiene».

Giornalista: Sul governo Alfano lancia ultimatum a Renzi del tipo: o entra a pieno titolo oppure sarà crisi. Ma l’epoca degli ultimatum non era finita?
Beatrice Lorenzin: «E’ una domanda da rivolgere a Renzi. La nostra posizione è chiara: visto che il leader del Pd dice a Letta che deve fidarsi non vediamo cosa ostacoli Letta a rivolgere lo stesso invito a lui. Io penso che serva un Letta-bis con dentro i ministri di Renzi, altrimenti continueranno a prevalere quei tatticismi inutili per il Paese che riveleranno solo la voglia del sindaco di Firenze di correre a palazzo Chigi con o senza urne».

Giornalista: Ma sulla legge elettorale fin dove intendete spingere la vostra battaglia sulle preferenze?
Beatrice Lorenzin: «Nessuna battaglia, solo qualche modifica necessaria. Al di là delle sentenze della Consulta, sono ormai anni che i cittadini ci stanno chiedendo di poter essere loro a scegliere i parlamentari. Le liste bloccate non sono più accettate dagli italiani che chiedono le preferenze e di non essere più notai con o senza primarie. Solo così si ridà credibilità alle Istituzioni».

Giornalista: Veniamo ai temi del suo ministero. Il Patto della salute è una novità decisiva che impone virtuosità ai centri di spesa, soprattutto regionali. Eppure c’è chi accusa che la spesa sanitaria nei prossimi anni continuerà lo stesso a crescere. Chi ha ragione?
Beatrice Lorenzin: «Chi fa quei rimproveri vuol dire che non conosce l’andamento della spesa sanitaria in Italia. Chi reclama tagli indiscriminati vuol dire che non si rende conto che si rischia di compromettere un servizio essenziale e costituzionalmente garantito ai cittadini. Senza dimenticare che la spesa sanitaria è ormai quella più trasparente e controllata di tutte. I tagli hanno già avuto il loro impatto sulle Regioni: al Sud, per esempio, da anni è totalmente bloccato qualsiasi tipo di investimento. Per non parlare dello stop al turn over che comporta che in varie Regioni gli ospedali vanno avanti con gli straordinari non pagati dei medici. Allora la mia proposta è: utilizziamo i risparmi per coprire i costi vivi senza chiedere soldi al governo centrale».

intervista a beatrice lorenzin – ilmessaggero(02022014)

PUBBLICATO: DOMENICA 2 FEBBRAIO 2014